Ogni mattina Maya, preparando il caffè, faceva cadere una goccia d’acqua sul bordo del fornello. Suo figlio usciva dal bagno e la asciugava con la manica del pigiama. Poco dopo suo padre vedeva la macchia scura sulla stoffa e gli chiedeva perché fosse andato a letto ancora una volta col pigiama sporco. Lui non rispondeva, non rispondeva più da due anni, cioè da quando ne aveva sei. Allora suo padre gli ordinava di andare subito a scuola, così avrebbe potuto punire sua moglie per non aver fatto il bucato.
Ogni mattina Maya faceva cadere una goccia d’acqua sul fornello, e suo marito la picchiava. Ogni mattina una goccia d’acqua. Ogni mattina Maya.
Ma questa storia inizia cinque anni prima. Inizia quando Maya era una donna solare, aveva denti bianchissimi, e picchiava suo figlio con un bastone.
Prefazione
Amo leggere libri divertenti, spumeggianti. Tuttavia ho notato che dopo un paio di romanzi leggeri ho bisogno di passare a qualcosa di diverso, di più crudo. “Storie tristi” nasce proprio per questo: quindici racconti tristi e senza speranza da inserire tra le tue letture divertenti, per farti tornare la voglia di leggere quello che ami davvero.
Nota dello scrittore
Amo scrivere libri divertenti, spumeggianti. Tuttavia ho notato che dopo un paio di romanzi leggeri ho bisogno di passare a qualcosa di diverso, di più crudo. “Storie tristi” nasce proprio per questo: quindici racconti tristi e senza speranza da inserire tra le mie scritture divertenti, per farmi tornare la voglia di scrivere quello che amo davvero.