Un brillante ingegnere di qualche brillante laboratorio di ricerca ha inventato le buste biodegradabili: uno straordinario prodotto che renderà il nostro futuro migliore da qui a dieci anni. La moglie di quell’ingegnere, dieci anni dopo, ha scoperto che la biodegradazione inizia nell’istante in cui esci dal supermercato, che le buste si crepano a ogni passo e che i passanti fingono di non vederti se la tua spesa settimanale finisce sull’asfalto. E allora capisce che, sì, da lì a dieci anni la sua vita sarà migliore, ma da lì a dieci secondi farà veramente schifo e diventa molto molto importante non morire subito per potersi godere il futuro offerto da queste splendide buste puzzolenti.
Ricapitolando: un ingegnere migliora il mondo, sua moglie piange ogni mese al centro di un incrocio affollato. Una coppia parla incessantemente del giorno in cui si unirà in matrimonio e quel semestre dimentica di fare l’amore. Per insegnare a un neonato a non piangere durante la notte non corriamo in suo aiuto, e lui impara che l’amore non è lo stato naturale delle cose.
Pensare in grande è inutile o dannoso, se dimentichiamo di pensare in piccolo. La vita è una sequenza infinita di dettagli e quelli del presente contano esattamente quanto i successivi.
Ho scritto questo libro perché sono stanco di sognare in grande e calpestare ogni giorno i miei sogni più delicati. Voglio imparare a volare basso, meglio di chiunque altro. Continuiamo pure a mangiare con un piatto e una forchetta e a fregiarci in pubblico delle nostre conoscenze, ma facciamolo godendoci il ciuffo della cameriera o il sorriso di un senzatetto. Saremo esseri umani e scienziati migliori, e quando un giorno moriremo soffocati da un’ondata inaspettata di buste di plastica potremo dire che, diamine, stiamo morendo, ma almeno lo stiamo facendo solo dopo aver vissuto. In piccolo.