Il 9 Settembre del 2019, alle 9.19, il futuro cessò di esistere. Non che il mondo si fosse fermato. Tutto continuava a scorrere, solo che non cambiava mai niente. Un padre accompagnava i suoi figli a scuola, poi tornava a casa e i suoi figli erano di nuovo lì. Qualcuno trovava una scusa per parlare con la ragazza che incontrava ogni giorno alla fermata dell’autobus e per un po’ intrattenevano una deliziosa conversazione. Poi si perdevano di vista per un attimo, lei si girava verso di lui con un sorriso e diceva: “le nove e un quarto, quasi e venti.” Allora lui la ringraziava e andava via. E l’autobus non arrivava mai.
Tutto quello che la gente aveva era il passato. Non era importante cosa sarebbe successo, perché in qualche modo si tornava sempre alla stessa condizione iniziale; contava solo quello che era già. Così un vecchio rigattiere poteva godersi i piaceri della carne all’infinito, perché quella mattina aveva già deciso di passarla in un’enorme vasca da bagno con tre prostitute, e il momento di pagarle non sarebbe mai arrivato. Una donna con un piccolo tatuaggio sul polso continuava a vivere nel rimorso di aver dato uno schiaffo alla sua anziana madre la sera prima, e non vedeva l’ora di tornare all’ospizio per tirarla fuori da lì per sempre e chiederle scusa non una ma mille volte. Solo che l’ospizio non riceveva ospiti prima delle dieci, bisognava aspettare un’altra ora. Ma un’altra ora era il futuro, e il futuro non esisteva più.
A tutti restava nella memoria un vago strascico degli eventi che passavano e sentivano di essere bloccati alla stessa ora dello stesso giorno, ma non potevano farci niente, e se avessero avuto la possibilità di esprimere un desiderio, uno solo, non avrebbero chiesto di riavere il proprio futuro, ma un passato migliore.
La donna col tatuaggio sfondò la porta dell’ospizio, si inginocchiò in lacrime e chiese scusa a un’anziana signora. Scoprì che il perdono di una madre può avvenire nel passato, ma il presente è troppo corto per poter sciogliere un rimorso.
In breve l’umanità si rassegnò a vivere quell’eccezione che era ormai l’unica realtà possibile. Non sarebbe più arrivata la notte ma, diavolo, esisteva ancora il giorno. Potevi vivere eternamente nel dolore, sguazzare nella normalità o provare una gioia perpetua; in fondo il mondo si era sempre diviso tra fortunati e sfortunati, erano solo cambiate le regole.
Infiniti uomini avrebbero voluto organizzarsi per cercare di cambiare le cose e se solo avessero potuto darsi un appuntamento l’avrebbero fatto. Infiniti uomini avrebbero dato tutto per rivedere i propri cari o almeno per non aver sbagliato così tanto e così a lungo.
Infiniti uomini, più uno.
Quest’uomo si chiamava Philip Emiton, aveva 38 anni, un raffreddore spaventoso, e alle 9.19 del 9 settembre 2019, dopo aver visto per 99.919 volte sua moglie che scendeva le scale e lo implorava di portare fuori la spazzatura, scoprì un modo per cambiare il passato.